Tornare da un viaggio e riabituarsi alla vita di tutti i giorni richiede un grande sforzo.
Fisico.
Sembra incredibile ma è molto più stancante stare otto ore seduta davanti a un monitor che zompettare nella foresta con uno zaino sulle spalle mentre piove a dirotto. Oltre al terribile jet-lag che ha continuato a imperversare per una settimana adeguandosi ogni giorno a un fuso diverso ma sempre poco coerente con quello italiano.
Mentale.
Tu non vuoi tornare in ufficio. Non ci sei portata, lo sai benissimo. E’ una violenza seguire la routine giornaliera, interagire con i colleghi, fissare lo stesso orizzonte tutta la settimana. Ma è l’unico modo per racimolare fondi per la prossima avventura. E sì, anche per mangiare nel frattempo.
Emotivo.
Resistere agli assalti della malinconia è difficile. Ogni tanto l’occhio corre a qualcuna delle foto scattate. Un sorriso e poi la consapevolezza che sarà difficile rivedere quei posti. Anche se ci hai lasciato un pezzettino di cuore. Anche se ti sembra che non potrai più essere così in armonia con te stesso e la natura.
E intanto programmo il prossimo volo…