Verso il Parco del Denali #2

Dopo Palmer e la fattoria dei buoi muschiati si è resa sempre più urgente la ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti. Normalmente negli Stati Uniti non è una faccenda di cui preoccuparsi, ma l’Alaska non è soprannominata The last frontier a caso: le città sono poche e molto distanti tra loro, bisogna programmare bene rifornimenti e pause tecniche.

La città più vicina in questo caso era Wasilla, famosa soprattutto per uno dei suoi sindaci, una certa Sarah Palin, diventata poi governatrice dell’Alaska e parte del team repubblicano come candidata vicepresidente contro Obama alle elezioni del 2008. All’epoca mi era sembrata un personaggio un po’ bislacco, inutilmente aggressiva e stranamente fissata con la caccia e le armi. Non che l’abbia rivalutata, ma dopo questo viaggio ho compreso che è esattamente il ritratto dell’alaskano medio: forte, determinato e sempre in lotta contro le avversità di una natura indifferente se non ostile.

Sfogliando furiosamente la Lonely Planet, abbiamo deciso di rifocillarci da Teeland’s Mercantile dove mi pregustavo già una bella zuppa calda. In realtà la gestione era cambiata e abbiamo trovato insalate di pollo e wrap. Ma che fatica per riuscire a mangiare! Intanto non riuscivamo a trovare il posto: essendo un edificio storico, il primo negozio di Wasilla, non aveva insegne fuori e, vedendolo in lontananza, avevo pensato fosse un negozio di t-shirt (teeland… ). Abbiamo girato intorno all’isolato tre volte prima di vedere un’allegra famigliola uscire con degli incarti che somigliavano meravigliosamente a del cibo.

Trovato parcheggio e inserito i due dollari in una cassettina incustodita (chissà perchè non lo fanno anche da noi…) ci siamo messi in coda per ordinare. Ora, dovete sapere che i ragazzi che servono ai fast food o similari hanno una cadenza molto veloce e marcata, sembra quasi una cantilena, e diventa veramente difficoltoso capire di cosa stiano parlando. Mettiamo anche che ogni catena dà un nome proprio a ogni singolo elemento del menù e capirete quanto possa essere difficile per uno straniero orientarsi! Soprattutto quando le tue conoscenze linguistiche non contemplano il dizionario completo dei prodotti commestibili. Con grandi sorrisi, tanta pazienza e qualche assaggio di salsa siamo riusciti a fare la nostra ordinazione tra le risatine della cameriera, una ragazzina poco avezza ai turisti europei e meravigliata che non conoscessimo la famosissima wasilla’s sauce…

Finito il pranzo, abbiamo fatto due passi tra le case storiche: era giorno di mercato e tra la vecchia scuola e le case in legno restaurate c’erano i banchi degli artigiani locali e delle fattorie vicine con i loro prodotti tipici. Peccato non poter fare acquisti! Ci siamo limitati a comprare un vasetto di miele e abbiamo lasciato a malincuore le invitanti gelatine di tutti i colori.

Sazi e col nostro caffettone di ordinanza, abbiamo ripreso il viaggio verso nord.

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