Quando un autore scrive bene, le pagine scorrono veloci, le immagini si accumulano e la realtà sparisce, inghiottita dal tempo del libro. Con Murakami succede cosí e La ragazza dello Sputnik non fa eccezione.
Sumire é una ragazza tenacemente attaccata alla scrittura, incurante di tutto ciò che non siano libri o musica. Mai innamorata, ancora vergine a ventanni, ha un’amicizia profonda con un ragazzo, voce narrante del libro. Lui la ama, la desidera intensamente, ma sa di non essere ricambiato. Nonostante ciò lei è talmente essenziale nella sua vita che accetta il ruolo di suo confidente e punto fermo. E’ a lui che fa leggere i suoi scritti, che confida i suoi dubbi, che confessa di essersi per la prima volta innamorata. Un amore totalizzante, passionale, senza limiti, come può essere solo il primo amore:
“Fu un amore travolgente come un tornado che avanza inarrestabile su una grande pianura. Spazzò via ogni cosa, trascinando in un vortice, lacerando e facendo a pezzi tutto ciò che trovò sulla sua strada, e dietro non si lasciò nulla. Poi, senza aver perso nemmeno un grammo della sua forza, attraversò il Pacifico, distrusse senza pietà Angkor Wat e incendiò una foresta indiana con le sue sfortunate tigri. In Persia si trasformò in una tempesta del deserto e seppellì sotto la sabbia un’esotica città-fortezza. Fu un amore straordinario, epocale.”
Sumire si è innamorata di Myu: una donna più grande conosciuta per caso a un banchetto di nozze. E’ la ragazza dello Sputnik, come la soprannomina Sumire già in questo primo incontro. Tra le due nasce subito una sintonia speciale, un legame che le porta a orbitare sempre più vicino, in attesa di una collisione che si rivelerà fatale. Perchè se Sumire si abbandona subito a questo amore, rivoluzionando completamente le sue abitudini e il suo stile di vita, Myu è bloccata da qualcosa legato al suo passato, una pellicola che la avvolge impedendole il contatto con gli altri.
Sumire, Myu, il narratore si inseguono in un crudele gioco di sentimenti mai corrisposti pienamente, mentre il racconto si snoda tra Tokio, l’Italia e la Grecia, in un continuo alternarsi di tempi e livelli narrativi.
Come sempre Murakami parte dall’osservazione minuziosa delle piccole cose per arrivare in un mondo onirico, come se la realtà che conosciamo venisse trasfigurata da sentimenti e azioni, facendo perdere l’orientamento ai suoi personaggi e anche a noi lettori.
“La ragazza dello Sputnik” di Haruki Murakami, traduzione Giorgio Amitrano, Giulio Einaudi editore, 2001, formato cartaceo, pagg 236, €12,00.
Di Murakami ho recensito anche 1Q84 libri primo e secondo e 1Q84 libro terzo,
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