Non so quando questa idea bislacca ha posto i primi germi nella mia mente, fatto sta che nel giro di una settimana mi sono ritrovata con un gatto al guinzaglio.
Complice un ordine collettivo su zooplus (non è un articolo sponsorizzato! giuro!) il 5 marzo mi è arrivato in ufficio il guinzaglio per gatti e cani di piccole dimensioni. Ovviamente rosa.
In preda all’entusiasmo l’ho fatto subito indossare ad Alaska che non ha molto gradito nonostante le coccole e il servizio fotografico che ho iniziato a scattarle.
Condivisa una foto su un paio di social network dopo qualche ora sono stata sommersa dalle risate… Avevo sbagliato a metterglielo!
Raccolto il mio orgoglio ferito e recuperato l’animo da ingegnere mi sono messa a spulciare in rete in cerca di informazioni. Santo Google mi ha fatto trovare in breve tempo un paio di tutorial e, assimilati i concetti base, il giorno dopo sono tornata alla carica.
A questo punto mi preme farvi una doverosa precisazione: non ho deciso di mettere alla catena la povera Alaska solo per sete di potere ma soprattutto per farle conoscere un po’ di Natura. Passa tute le sue giornate in casa e adesso che l’aria si fa più mite starebbe sempre in terrazza ad odorare la primavera. Combattuta tra il desiderio di vederla felice e la paura di prevaricarla mi sono posta un obiettivo: se entro una settimana il gatto non avesse accettato il guinzaglio avrei desistito.
Tutti i giorni, in pausa pranzo, le ho fatto indossare l’imbracatura composta da due anelli regolabili collegati tra loro: uno più piccolo attorno al collo e uno più grande sotto le ascelle. All’inizio il gatto non ne voleva sapere: si rotolava per terra o si stendeva depressa sul tappeto spezzandomi il cuore. Già il terzo giorno ha cominciato a dimenticarsene: ha iniziato a giocare e a pattugliare la casa come al suo solito. Ogni tanto però se ne ricordava, mi guardava scontrosa e si lasciava cadere di lato, rigida come una bambola di pezza. Il quarto giorno le ho attaccato il guinzaglio alla pettorina, lasciandolo lasco e si è divertita a giocarci. Il quinto ho preso in mano il guinzaglio e ho iniziato a seguirla per casa.
Domenica la prova decisiva: emozionatissima sono scesa nel giardino condominiale insieme a Mr Fog e con il gatto sottobraccio. Impaurita ma rassicurata dalla nostra presenza, finalmente Alaska ha visto per la prima volta l’erba e i fiori. Cauta e silenziosa ha esplorato col suo nasino tutto il portico, ha azzardato un salto su un muretto e solo dopo molti minuti ha lasciato le piastrelle per la betonella… proprio un gatto di casa!
Purtroppo complice il bel tempo sono arrivati in pochi minuti diversi vicini e col loro vociare l’hanno spaventata. Presa in braccio, abbiamo portato la piccola gattina a casa dove si è concessa una lunga dormita, spossata da questa avventura emozionante.
Oggi a pranzo ho ripetuto l’esperimento, questa volta da sola.
Alaska ha riconosciuto il posto e, spavalda, si è diretta verso il prato pieno di margherite, fiorellini azzurri e insetti ronzanti. Incantata, è rimasta qualche minuto a bearsi al sole mentre io mi lasciavo riempire di gioia e tenerezza.
Entrambe felici siamo tornate a casa e, ronfando e leccandomi il viso, Alaska mi ha detto che non ho sbagliato…
Io avevo provato a prendere un guinzaglio per la mia gatta bianca, circa sei anni fa. Tuttavia, non era a pettorina ma aveva solo un semplice collarino da collegare al guinzaglio. La micia, offesa, si è sfilata l’imbragatura praticamente subito. Forse è per questo che ha così tanti problemi a relazionarsi con gli altri. Povera eroina tragica.
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Dici che il trauma è stato così potente da compromettere per sempre la sua autostima? Mi fai venire i sudori freddi per il pericolo corso! A parte gli scherzi, credo dipenda molto dal carattere del gatto e dalla sua vocazione esplorativa 😉
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Ah no, una volta l’ho anche portata a una mostra felina e, un paio di volte, le ho fatto il bagno
……
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ahahah, povera micia martire 🙂
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Stern: hai fatto il bagno al gatto???
Ma quanto è puccy? ❤
PS Abbiamo il pavimento in comune ahahah
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mitico pavimento da capitolato 😉
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Ma cara la piccola Alaska!!!!
=D
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Se ero poco convinta anche io di quest’idea (più che altro ciò era dovuto a ciò che mi viene detto dagli amici “è ridicolo voler portare un gatto a guinzaglio) leggendo di te e di altre esperienze mi sono più convinta. una sola domanda: la tua Alaska quanti mesi ha? Ha le vaccinazioni? La mia ha 2 mesi e questa settimana dovrà fare le prime vaccinazioni. mi è stato consigliato di aspettare 1 settimana dalle vaccinazioni fatte e poi di portarla fuori. viviamo anche noi in appartamento e mi pare brutale e asociale farla rimanere solo tra le mura domestiche.
ciao!
PS vieni a trovarmi se ti va in http://mirusuniversitasmea.wordpress.com , anche io ho un blog dove parlo degli animali e della natura 🙂
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Ciao Martina, ho iniziato a metterle la pettorina in casa per abituarla gradatamente, poi, quando Alaska ha fatto le vaccinazioni, ho iniziato a farla uscire. Armati di pazienza e cerca di capire se alla tua gattina piace: ogni micio ha il suo carattere 🙂 Alaska ama uscire solo se si sente al sicuro, alla prima minaccia corre come un fulmine e io dietro! Quindi niente lunghe passeggiate ma solo qualche toccata e fuga per noi. Fammi sapere come va! Io intanto ricambio la tua gradita visita 🙂
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