In questi giorni avevo bisogno di un libro delicato, un po’ sognante ma non troppo onirico. Scorrendo i titoli sull’e-reader ho ritrovato questo romanzo e il titolo e la copertina mi hanno spinto a sceglierlo in mezzo ai suoi compagni elettronici.
E’ un romanzo breve, giusto un paio di giorni di lettura lenta, abbastanza semplice da sfidare il caldo afoso di queste giornate e vincere l’apatia che spesso portano con sé.
L’autrice è donna ma il racconto è scritto in prima persona maschile, al presente, e ci conduce dalla rocciosa Islanda fino a un paesino europeo isolato dove è custodito un antico roseto, abbandonato all’incuria del tempo.
Il protagonista, Lobbi, come lo chiama il padre, è un ragazzo molto giovane, la cui unica certezza è l’amore per le piante. Animo semplice, a volte ingenuo, compie un lungo viaggio alla ricerca di se stesso, cercando di decifrare il suo corpo e il suo spirito. Lo accompagnano in questa avventura molti personaggi, comparse affettuose che si prendono cura di lui. Al centro dei suoi pensieri ci sono però solo alcuni temi principali: la morte, il corpo, le rose. Almeno così crede. In realtà, molto più profondamente, c’è lo stupore di essere diventato padre a soli ventidue anni, per un quarto di notte d’amore con un’amica. Flora Sol è il nome di sua figlia, una presenza minuscola e silenziosa che diventa sempre più importante a mano a mano che scorriamo le pagine.
Rosa Candida potrebbe essere considerato un romanzo di formazione, da figlio a padre, da ragazzo a uomo. Non ci sono intenti didascalici però, è un’idea che cresce insieme alla storia.
Lo stile è semplice e curato. La costruzione della storia è abile, ambientata nel presente ma ricca di ricordi e riflessioni che si innestano con grazia nel racconto principale. Anche il registro passa da un tono poetico a uno più concreto, a volte scientifico, estremamente dettagliato. Una ricchezza di idee e immagini che tiene alta la concentrazione.
Non so come questo libro sia arrivato a me, di certo non è un caso che lo abbia letto in questi giorni. Come sostiene il padre di Lobbi non esistono casualità ma ogni coincidenza ha un suo significato.
La delicatezza che lasci trasparire dalle tue parole mi incuriosisce molto e leggerei questo libro solo per quello. Sai cosa mi ha convinto, però, a segnarmi questo titolo? Le ultime due frasi. Ho sempre pensato che molte – se non tutti, ma sarebbe troppo forse – delle nostre esperienze non siano scaturite proprio dal caso, ma è sempre rimasto un pensiero sfumato… come dire… sullo sfondo. Sono proprio curiosa di vedere come tutte queste “coincidenze” siano ricondotte al loro “significato”. Grazie per il consiglio di lettura 🙂
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È un pensiero che faccio anche io, spesso. Non credo che nel libro troverai risposte esplicite ma nuovi spunti di riflessione. Buona lettura!
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…non cerco risposte eclatanti, mi andrà più che bene 🙂 sembra un libro pieno di calore e ne sarò felice, vedrai…
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A me ha dato molto : ) e non me l’aspettavo!
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Buono a sapersi 🙂
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Segno anche questo libro!
Sembra proprio bello!
🙂
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Penso ti piacerà proprio!
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Avevo un po’ (non troppe) aspettative in questo libro, pensavo che mi avrebbe portato in chissà quali mondi paralleli, lontani dalla frenesia del quotidiano e invece… Mi sono trovata di fronte a una sensibilità femminile che cerca di travestirsi da quella maschile, creando un effetto di esagerazione e inverosimiglianza.
Non mi è piaciuto proprio per niente 😦
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Aspettative non ne avevo e forse questo mi ha fatto apprezzare di più il libro. Però non ho trovato inverosimile la voce maschile del romanzo e mi è sembrato un approccio originale per descrivere il mondo femminile. Mi piacerebbe approfondire il tuo punto di vista, è interessante quando è diverso dal proprio : )
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