Il passato che non passa ma ci si ferma accanto.

passato-e-presente

Vivere il presente. Essere proiettati nel futuro.

Slogan che sento spesso ripetere ma che mi scivolano addosso.

Il passato è sempre accanto a me. A volte è una presenza confortante, altre una nostalgia, altre ancora il dolore di un’assenza.

I sentimenti non si superano, si sedimentano. Strato dopo strato costruisco nuove città, nuove vite, ma nulla è cancellato. Basta un niente e la memoria, quella che mi tradisce quotidianamente, che mi fa incespicare su parole dette mille volte o su numeri che si imbizzarriscono, quella memoria, quando vuole, ha una precisione maniacale.

La settimana scorsa ero dal fisioterapista e mentre scoprivo nuove forme di dolore fisico una canzone mi ha spezzato il cuore. Ne ho sentito il rumore, lo conosco ormai, e dagli occhi hanno iniziato a sgorgare lacrime. Mi sono ritrovata in autunno, lungo una via del centro, appena uscita dal cinema, il freddo, i cappotti, io aggrappata a mia madre e tutto il dolore trattenuto che voleva uscire a forza, strappato da un film che non sono più riuscita a vedere, da un brano che non posso più ascoltare senza sentirmi lacerata.

Come amerò sempre mio padre, così mi mancherà per sempre, anche se sono passati infiniti anni. E questo rimanere inchiodata in qualcosa che non si è mai compiuto, in un’assenza che è sempre stata presente, mi porta a vivere più negli anni che sono stati piuttosto che in quelli che sono. Il passato ha la certezza di non mutare, il presente è incerto. Forse è per quello che amo gli immutabili panorami, le antiche città, le eterne opere d’arte.

Ogni tanto, per fortuna, la nostalgia si fa meno forte, più dolce, e toglie il suo velo dallo sguardo sull’oggi.

Domani andrà meglio e un altro anniversario sarà passato.

10 thoughts on “Il passato che non passa ma ci si ferma accanto.

  1. Sento molto quello che dici, credo, anzi, che si possa davvero vivere nel presente solo se si mantiene un contatto molto forte con il passato che dopotutto ne costituisce le fondamenta. Quelle che, appunto, ci consentono poi di costruire anche nuove città e nuove vite, che poggino però non sulla sabbia, ma su solide memorie.

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  2. Quello che hai scritto mi richiama la potenza dei ricordi che sfuggono alla mente come l’ho letta nel libro della Atwood, sul quale ci siamo scambiate qualche opinione.
    I ricordi hanno proprio la forza di trascinarti via, quando sono improvvisi. E se poi hanno anche il peso dell’assenza… da un lato ti restituiscono e dall’altro ti fanno sentire più vuota. Un abbraccio

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