
Nel giorno dedicato alla giornata internazionale della donna vorrei che vi faceste un piccolo regalo, un libro piccino, poche pagine, scritte con ironia e leggerezza e che mette il punto sulla situazione del femminismo oggi.
Chimamanda Ngozi Adichie è una scrittrice nigeriana, più o meno mia coetanea, che ha scritto libri di grande successo. Ma soprattutto è una femminista: “una Femminista Felice Africana Che Non Odia Gli Uomini e Che Ama Mettere il Rossetto e i Tacchi Alti Per Sé e Non Per Gli Uomini“.
Uno dei problemi del femminismo di oggi è proprio il carico di stereotipi che si porta addosso. Anche io sono femminista, anche io ho rabbia, ed è una rabbia costruttiva. Vedo la mia società, la mia cultura e voglio migliorarle. Perché il genere (maschio/femmina) è ancora troppo vincolante. E non è giusto, né per le donne né per gli uomini, costretti in una gabbia di pregiudizi e vincoli, imprigionati in ruoli e azioni ormai superati. La società e la cultura devono evolvere e il femminismo è uno slancio vitale necessario.
Il genere conta in tutto il mondo. E oggi vorrei che tutti cominciassimo a sognare e a progettare un mondo diverso. Un mondo più giusto. Un mondo di uomini e donne più felici e più fedeli a se stessi. Ecco da dove cominciare: dobbiamo cambiare quello che insegniamo alle nostre figlie. Dobbiamo cambiare anche quello che insegniamo ai nostri figli.
Non è fantastico? Il femminismo è anche sogno, un sogno collettivo.
Questo libretto -che davvero dovreste leggere- è l’adattamento di una conferenza Tedx del 2012 (la trovate qui) che a oggi ha superato i cinque milioni di visualizzazioni su youtube; è stato di ispirazione per artiste, attrici e cantanti, tra le più famose Emma Watson (il suo famoso discorso alle Nazioni Unite) e Beyoncè (nella canzone Flawless).
Come tutti i messaggi rivoluzionari è semplice e potente e noi tutti abbiamo bisogno di persone che ci ispirino, sollevandoci dalla nostra quotidianità, aprendo il nostro sguardo.
La mia definizione di «femminista» è questa: un uomo o una donna che dice sì, esiste un problema con il genere così com’è concepito oggi e dobbiamo risolverlo, dobbiamo fare meglio. Tutti noi, donne e uomini, dobbiamo fare meglio.
Dovremmo essere tutti femministi di Chimamanda Ngozi Adichie. Einaudi. 2015.
Ciao. Mi permetto, sommessamente, un’osservazione: l’8 marzo non è la festa internazionale della donna ma la giornata. Non dobbiamo commettere l’errore di chiamarla ’festa’ anche se da decenni è stata trasformata in una specie di affare per ristoranti, pizzerie e locali dove donne di tutte le età si sentivano, come a carnevale, libere di trasgredire e poi tornavano a casa a fare le serve. Colgo l’occasione per dire che il libro di Chimamanda è molto bello e anche che ieri, finalmente, abbiamo assistito a una vera giornata internazionale della donna perchè le è stato restituito il significato politico e sociale. E femminista, ovviamente. Ciao
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Hai perfettamente ragione: ho corretto. Ti ringrazio per la tua gentilezza 🙂
Negli anni ho sempre rifiutato l’aspetto carnevalesco di questa giornata e l’ho vissuta come un momento di riflessione e di orgoglio. Ma le parole che scegliamo e usiamo sono importanti ed è giusto fare attenzione. A presto!
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