La bambina ovunque di Stefano Sgambati

Se c’è un aspetto curioso nel leggere libri di autori contemporanei, coetanei, magari che parlano pure la tua stessa lingua, è che ti puoi chiedere se la storia che stai leggendo non sia proprio la tua, o una delle possibili vite che ti sarebbero potute capitare in sorte se solo quella volta avessi girato a destra invece che tirare dritto.

Stefano Sgambati l’ho incontrato a una presentazione alla libreria Zabarella di Padova, consigliato fortemente da un caro amico che aveva il piacere di presentarlo. Mi ha impressionato molto, come tutti gli scrittori della mia età che hanno già dedicato tanto della loro vita alla scrittura, mentre io sono ancora in fase di riscaldamento, con tanto di tuta e fascetta sulla fronte. E ne parlo perché quella sera presentava proprio questo libro, La bambina ovunque, e perché a un certo punto è arrivata anche mia figlia con il papà, ed ha corso dappertutto per poi installarsi sotto un tavolo e farsi leggere dal suddetto padre almeno una decina di libri, e io ascoltavo l’interessantissima presentazione ma avevo anche l’orecchio teso agli urletti della mia bimba, alla capacità di inserirsi negli spazi della discussione sovrastando ogni altro rumore, al suo essere ovunque nello spazio, nella mia mente, in quello che amo.

“Ogni biografia è, in ultima analisi, narrativa” Bernard Malamud, Le vite di Dubin

Il romanzo di Sgambati parla della sua difficoltà a essere padre, del dramma interiore di un ruolo che, anche se scelto e fortemente voluto, rimane subìto. E’ la narrazione di una paternità, dal suo formarsi al suo proiettarsi nel futuro. Ma non si tratta di un diario quanto di un’analisi profonda dell’animo dello scrittore, della sua vita, del suo rapporto con la moglie, della scissione tra lui come persona e lui come padre.

Scrivere questo romanzo non è stato semplice, la necessità di essere sincero, addirittura brutale, l’ammettere la difficoltà di non essere naturalmente entusiasta del suo futuro ruolo di genitore, quanto tutti non fanno altro che aspettarsi questo da te: entusiasmo, gioia profonda. Ma non per tutti è così e molte madri lo sanno e l’hanno confidato, a qualche amica, a qualche pagina di libro. Diventare genitori, come scrive Stefano, è distruggere due persone, un mondo, e costruire qualcosa di diverso, che prima non c’era e cambia tutto. E se per qualcuno questa operazione riesce facile, quasi innata, ad altri risulta dolorosa.

Leggendo ho rivisto il ragazzo con cui ho scambiato qualche parola alla fine della presentazione, sicuro eppure incerto, sorridente ma inquieto, bello e innamorato di sua moglie. Perché anche se questo libro ha come protagonista lui, con tutta la complessità di un carattere reso senza filtri, senza risparmiarsi luci e ombre, l’altra grande protagonista è la moglie. Questa donna quasi mitologica: concreta, risolutiva, determinata e dalla risata leggera. Bellissima e amatissima. Mi sono chiesta più volte cosa abbia potuto provare a leggere questo libro, che parla di aspetti così intimi della sua vita, della loro vita a due, e in un momento così delicato come la ricerca di un figlio che fatica ad arrivare. Arrivata alla fine della lettura credo si sia sentita fortunata, perché questo libro è una grande dichiarazione di amore e di stima e di ringraziamento. Oltre alle battute, le nevrosi, le ingenue cattiverie, le esternazioni terribili, l’autocompiacimento e il malumore.

Leggendo, mi ripeto, ho visto anche me stessa: i miei dubbi prima di avere un figlio, la paura di perdermi, di perdere mio marito. Ma anche un certo modo di rimuginare sulle cose, di preoccuparmi degli altri e soffrire terribilmente per quello che sono, soprattutto quando so che sbaglio e non riesco a evitarlo.

La bambina ovunque ha fatto quello che deve fare un buon libro: mi ha commosso, mi ha fatto ridere tra le lacrime, mi ha fatto riflettere a lungo, mi ha aperto nuove prospettive, mi ha deliziato per lo stile con cui è scritto, mi ha lasciato interdetta per le citazioni colte che mi hanno dimostrato la mia ignoranza e per quelle basse che ovviamente ho colto a piene mani. Mi sono innamorata dell’autore, l’ho detestato, ho desiderato essere sua amica e adesso, dopo questa bellissima recensione, mi aspetto un invito a cena, o in libreria per un altro suo lavoro.

La bambina ovunque di Stefano Sgambati. Mondadori. 2018

6 thoughts on “La bambina ovunque di Stefano Sgambati

  1. Interessante. Confesso che la tua recensione ha attratto il mio interesse professionale che letterario. Perché non è facile trovare chi si interroga sul diventare padre, accettando i limiti: l’unico modo, credo, di diventare consapevole degli errori che inevitabilmente si faranno.

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  2. Marta! Non so dove altro scriverti, quindi commento qui, alla vecchia maniera dei blog — forse è una cosa che non faccio da circa dieci anni ora che ci penso —, per dirti grazie di questa cosa molto bella che hai voluto dedicare al mio lavoro.
    Ti abbraccio a distanza, spero di rivederti prestissimo a Padova in quel magico angolo di Via Zabarella ❤
    Stef

    Piace a 1 persona

  3. Pingback: Scorrendo le letture del 2019: impressioni, statistiche e grandi amori – Diari alaskani

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