Ultime ore prima del cambio data e al posto della classifica dei libri letti quest’anno (al momento sono a quarantuno tra romanzi, racconti e graphic novel), mi fa piacere ripercorrere a ritroso alcune delle letture della seconda parte del 2022, quelle in particolare che mi hanno ispirato in questi mesi delle mini recensioni, fatte di impressioni e appunti di lettura e che ho iniziato a raccogliere su instagram, in una sezione distaccata della casa madre che è questo blog.
L’elenco dettagliato, come sempre, ha la sua pagina dedicata. Ci sono titoli, copertine, edizioni, date, traduttori, numeri di pagine ed eventuali recensioni lunghe (poche quest’anno per la verità).
Per il 2022 lo potete trovare qui: https://diarialaskani.wordpress.com/letture-2022
Le micro recensioni sono invece le seguenti:
Storie assassine di Bernard Quiriny.
Raccolta di racconti e frammenti in cui dominano ironia e tendenza al surreale.
Una lettura davvero piacevole e ricca di suggestioni. Quiriny parte da un inciampo interpretativo, da uno scostamento della realtà, per creare piccoli gingilli letterari.
Tra i racconti che mi sono piaciuti di più ci sono Azzurrarsi d’amore, L’occhio di pavone, Severo ma giusto, La parola alle cose.
Interessanti anche Il corpo mi abbandona che mi ha ricordato Poe, il nuovo Landru, e la serie del giro di Amazzonia.
Dilemmi filosofici, la pulsione erotica e la critica letteraria sono temi ricorrenti, come il gusto per la chiusura arguta.
Un autore che non conoscevo e che ho intenzione di leggere ancora, suggerito dall’impareggiabile Barbara del mio cuore (libraia alla Zabarella).
Mandibula di Monica Ojeda.
Il bianco e il rosso dominano questo romanzo ipertrofico, ricco di temi e suggestioni che si intersecano come le radici delle mangrovie.
Il romanzo si apre con Fernanda, una sedicenne che frequenta un istituto femminile cattolico, rapita e tenuta prigioniera dalla sua insegnante di lettere, Clara.
Ojeda ci accompagna in un viaggio che esplora i rapporti femminili, spesso violenti e animaleschi, tra madri e figlie, insegnanti e allieve, amiche e amanti. La fantasia e i sensi si infiammano nell’umido clima ecuadoreño, tra coccodrilli e vulcani, lusso e povertà.
Il culto del dio bianco, di cui è inventrice e sacerdotessa Annelise, ossessiona e terrorizza il gruppo di amiche, compagne di classe, che si trovano i pomeriggi in un edificio abbandonato per vincere la noia con sfide fisiche e racconti creepypasta (racconti dell’orrore che non hanno tradizione orale ma nella rete e si ripetono con infinite variazioni).
Fernanda è la gemella d’ossa di Annelise, la sua amica del cuore. Con lei perfeziona il culto del dio bianco, compie riti di sangue la cui perversione e sensualità cresce fino a turbarla e a volersi allontanare da lei. Ma tutto ha un prezzo.
L’adolescenza ci appare tra queste pagine in tutta la sua spaventosa bellezza. La ferocia, che non può essere addomesticata dagli adulti, lasciata a se stessa si nutre di paure e riti d’iniziazione, stringe legami forti come la mandibola del coccodrillo e altrettanto pericolosi.
Non c’è nulla di rassicurante in questo mondo, nemmeno il bianco, che nella sua assolutezza è il principio e la fine di tutto.
La grande crociata di Theo Szczepanzki.
Da qualche tempo la Neo edizioni ha affiancato alle sue collane storiche di romanzi e poesia un nuovo progetto legato ai fumetti o graphic novel.
La grande crociata parte dai pochi dati storici e le molte leggende nate attorno alla Crociata dei bambini (puer) per condurci in un viaggio dantesco in cui diventa difficile distinguere la fede cieca dall’ossessione, il divino dal demoniaco.
Il tratto e l’uso del colore di Szczepanzki, pur mantenendo la loro riconoscibilità, cambiano spessore e tonalità di pagina in pagina, aggiungendo un ulteriore livello di comunicazione oltre alle tavole e ai testi.
Notevole anche il lettering, curatissimo, che suggerisce nuove interpretazioni sonore e di significato.
Un viaggio folle e allucinato, da cui è impossibile staccarsi e non farsi turbare. In pieno stile Neo.
Pornografia di Witold Gombrowicz
Gombrowicz è stato il più grande autore polacco del Novecento e la densità di questo romanzo lo dimostra.
Diviso in due parti, narrato in prima persona, ci conduce nelle campagne polacche durante la seconda guerra i cui echi suonano come bassi tamburi di accompagnamento.
È la storia di due uomini maturi, Witold e Federico, due non meglio precisati intellettuali, travolti dal fascino della giovinezza di due ragazzi, Enrichetta e Carlo, amici d’infanzia e estranei alla passione .
La noia, la volontà di governare la Natura, l’ossessione per lo sguardo sulla giovinezza (pornografia è il voler guardare qualcosa che non dovremmo vedere) portano i due adulti a farsi registi della vita dei due ragazzi, cercando di portarli su un piano sensuale e arrivando a contaminare la loro bellezza con il peccato dell’omicidio.
La scrittura di Gombrowicz è espressionista, tende alla paratassi, è generosa di punteggiatura e si apre in descrizioni vivide di paesaggi, gesti, relazioni.
L’autore costruisce fin dalle prime pagine la sensazione di tragedia imminente e mantiene la tensione con continui scarti della trama e dei personaggi.
Una lettura complessa e affascinante, che sfida il lettore e lo conduce attraverso ardite architetture di pensiero e bassi istinti umani.
Medusa di Martine Desjardins
Romanzo gotico, inquietante e disturbante.
Seguiamo il racconto di Medusa, una giovane donna dallo sguardo sconvolgente che nessuno può fissare senza inorridire.
Ripudiata dalla famiglia, accolta in un asylum per ragazze deformi, vive la sua esistenza nella vergogna per le sue oscenità, quegli occhi che sono una maledizione ma anche una benedizione.
Schiacciata dalla vergogna, vessata dalla direttrice e dai benefattori, cresce con la sola consolazione della lettura finché una progressiva consapevolezza non la porta alla libertà.
Il racconto è portato avanti in maniera brillante (anche se a volte risulta un po’ ripetitivo nello schema) e si regge su numerosi colpi di scena che si infittiscono verso il finale.
Desjardins usa una raffinata favola gotica per farci riflettere sull’oppressione femminile, sull’imperativo della perfezione dei corpi, sul peso della vergogna e sul rapporto tra dolore e piacere.
Il tutto senza risparmiare particolari inquietanti e con grande attenzione al linguaggio e all’uso del mito.
Una lettura perfetta per la notte più lugubre dell’anno.
Paranoia di Shirley Jackson
Continua il recupero delle letture arretrate. Questa volta tocca a questa raccolta di Shirley Jackson, presa sull’onda dell’entusiasmo dopo la lettura di Abbiamo sempre vissuto nel castello. Si tratta di una raccolta di scritti inediti postumi, pubblicati dai figli che hanno scelto tra l’ampio archivio lasciato dalla madre.
Ci sono racconti, saggi, articoli a tema letterario e biografico.
L’aspetto più interessante che emerge è la grande ironia dell’autrice e la sua capacità di rendere letterari anche alcuni aspetti della sua vita di madre di quattro figli e padrona di una casa di diciotto stanze senza domestica. Ho riso di cuore e mi sono consolata sapendo che non sono la sola a dovermi ingegnare per trovare il modo di scrivere, leggere e fare tutto il resto che la mia vita richiede. Certo, è un paragone molto azzardato ma tanto, rimane tra noi 🙂.
A misura d’uomo di Roberto Camurri
Continua il recupero delle letture con l’esordio di Camurri. Di suo avevo letto alcuni racconti ed ero curiosa di approcciare la sua scrittura.
Il ritmo è simile alla risacca del mare, ipnotico e disteso. Il dolore è stemperato, sempre presente sullo sfondo, come se fosse impastato alla terra di quella campagna che circonda Fabbrico e si distende fino alle colline, che poi si fanno montagna e si buttano a mare.
Ci sono relazioni, intrecci, piccoli movimenti che si fanno coro.
Resta un languore che è parte nostalgia, parte sconfitta, parte vita.
Finzioni di Jorge Luis Borges
È difficile aggiungere qualcosa quando ci si trova davanti a un’opera letteraria così complessa e perfetta nella sua interezza.
Sembra quasi di farle torto mentre i pensieri turbinano attraverso specchi, labirinti, libri immaginati, avversari, fingimenti.
La scelta più sensata sarebbe quella di riprendere la lettura da capo. Scavare, riflettere e poi abbandonarsi al sogno, all’inganno.
Qualche settimana fa sono stata in un labirinto, intriso dello spirito di Borges. Tanto è stata forte quella suggestione che, a distanza di quasi vent’anni dall’Aleph, ho ripreso in mano questi racconti suoi, che mi attendevano come una piccola riserva aurea.
È stato un bellissimo viaggio e cercherò di mantenere viva la sua eco il più a lungo possibile.
I libri di Keller editore sono sempre piccoli gioielli intrisi di una bellezza dolente.
Bottigliette di Sophie Van Llwin non fa eccezione, con una storia che ci accompagna nella vita di Alina, dagli anni Settanta nella Romania di Ceausescu alla caduta del regime.
Il filo narrativo cambia voce e forma, avvolgendosi attorno alla figura di questa donna, stretta tra concretezza comunista e spiriti romeni, in rapporti familiari opprimenti e vischiosi, con una tensione inestinguibile alla libertà e all’autoaffermazione.
La lingua incanta e come sotto una malia le pagine scorrono veloci.
Un romanzo davvero unico. Da recuperare.
[…] la pena era passata da un corpo all’altro, perché così aveva deciso Matteo. Nessun altro animale era in grado di scegliere la sofferenza, il peccato e la perdizione, per qualcosa di così inutile come l’amore.
La passione secondo Matteo. Paolo Zardi. Neo edizioni.
Un romanzo del 2017 in cui Zardi continua la sua ricerca di cosa ci rende umani.
Ci sono molti temi tipici dell’autore: il gusto del grottesco, il lavoro come esperienza in grado di distruggere l’umanità delle persone, il rovesciamento dei valori per metterne in luce l’ipocrisia e cercarne il significato più profondo.
Mi hanno colpito poi gli stretti legami con il presente: l’ambientazione di una parte del romanzo in Ucraina e il tema dell’eutanasia.
Come sempre Zardi ci porta con gentilezza ma in modo implacabile a riflettere su temi scomodi, senza sottrarsi all’esprimere la sua opinione.
A volte le letture seguono solo l’istinto e sono allo stesso tempo il risultato di indizi raccolti per strada e messi in tasca.
A volte seguono un filo logico che puoi ricostruire a posteriori. E così facendo non potrebbe essere solo una forzatura del pensiero?
Calipso di Alice Berti è capitato così e non poteva essere altrimenti.
Lei è un’autrice carinissima che ho iniziato a seguire per caso tempo fa. Piccoli innamoramenti social.
Poi sabato, di fronte a un muro di graphic novel, Calipso mi ha chiamato e mi sono ricordata di lei.
Il tratto personale, i colori caldi, invasi dal caramello, la storia trascinante.
Non – solo – una storia di spionaggio. Non – solo – una storia d’amore.
Ci sono temi di attualità urgenti che sento anche miei. Ci sono domande che forse non hanno risposta sull’amore, sull’identità, sul futuro. C’è quel miscuglio di emozioni contrastanti e forti che destabilizza ma è allo stesso tempo ricchezza.
Ancora una volta mi trovo a pensare come il disegno unito al testo possa arrivare più in profondità al nucleo delle cose. È un colpo di pistola.
Il romanzo invece è una lenta immersione.
Credo di amare entrambe le forme.
Mi sento fortunata.
Giornate di ferie completamente assorbite dalla mia bambina. Ma ogni momento è buono per leggere qualche pagina di questo bel romanzo di Geda, Anime scalze.
Un consiglio di lettura che sono tanto felice di aver ricevuto: per la storia di Ercole e della sua famiglia scomposta, per la scrittura che danza leggera sulla pagina, a volte densa, altre lirica, in equilibrio precario sui passi dell’adolescenza. Tutto è amore e subito tutto è perduto. Un assoluto dietro l’altro. Insieme a stupore e tenerezza.
La copertina con l’illustrazione di Alessandro Baronciani non è solo bellissima ma anche centrata sul tema.
Mi dispiace quasi essere arrivata alla fine ma sono felice di aver scoperto un nuovo autore che mi piace.
Nonostante tutto.
Jordi Lafebre.
Bao publishing.
Da Topolino ai manga alle graphic novel. Il fumetto è una forma d’arte che mi ha sempre affascinato.
Nonostante tutto mi ha colpito appena uscito. Perché inizia dalla fine della storia e ci accompagna dove tutto è iniziato. Tenendo acceso l’interesse e forte l’emozione.
Romantico, mai stucchevole, spesso scanzonato.
Colori e disegni che fermano anche me (che ho sempre fretta di leggere la storia) su un dettaglio, un’espressione o la scelta dei colori.
Una delle letture più belle degli ultimi mesi, forse perché il testo accompagnato dal disegno arriva più diretto, saltando i controlli doganali della mente.
Consigliato a chi ama e a chi è stato innamorato ❤
Il confine. Silvia Cossu. Neo edizioni
Romanzo veloce, avvincente, eppure vischioso. Sembra scivolare ma rimane incollato addosso. Riecheggia in strane coincidenze.
Una scrittrice che ha perso l’ispirazione si dedica alle biografie su commissione. Offre un senso alle vite degli altri, lei che è bloccata in un limbo privo di emozioni.
Quando incontra Mosco, prestigioso psichiatra, i suoi punti di riferimento slittano: verità, significato, scrittura: ogni cosa sta sul confine ed è un attimo rovesciare il punto di vista, perdersi per poi magari ritrovarsi. O sparire per sempre.
Ci sono pagine molto belle in questo romanzo di Silvia Cossu e ancora una volta Neo edizioni rimane fedele alla sua ricerca di autrici forti, analitiche, spietate nell’analisi dell’animo umano e comunque capaci di sprazzi di intensa tenerezza.
Mosco, la regista di film erotici, il giudice, la scrittrice, sono personaggi dominati dalla complessità e dalla contraddizione. Ci accompagnano avanti e indietro nel tempo, in un gioco elegante che si chiude perfetto e allo stesso tempo lascia l’inquietudine di non poter conoscere la verità ma di dover continuare a camminare sul confine.
Salvamento è il romanzo di esordio di Francesca Zupin, uscito a inizio 2022 per Bollati Boringhieri.
Non è stato amore immediato:
Giulio così ascetico, così osservatore, incapace di agire e perso tra le parole.
Stella, che non riesce a staccarsi dai contrasti dell’adolescenza, elegante e ribelle, affamata di amore e incapace di trattenerlo.
Bobo, sempre il più figo, quello che fa sempre la mossa giusta al momento giusto, incantando gli altri e prendendo quello che vuole ma sacrificando se stesso.
Tre vertici di un triangolo attorno al quale la scrittura accurata di Zupin costruisce una storia che si scompone e ricompone, sullo sfondo di una Trieste che è già nostalgia.
[dalla pagina Instagram di Diari alaskani https://www.instagram.com/diarialaskani/%5D
E se siete arrivati a leggere fin qui, auguri per un nuovo inizio e tante belle letture ❤
Marta
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