Riprendiamo il racconto.
Ormai rassegnati a non vedere alcun orso ma sempre con la speranza di incontrarne uno, abbiamo continuato a camminare nel bosco, a seguire i sentieri e le passerelle, a scambiare due parole con i ranger che stazionavano sulle rive opposte del fiume vicino al campo base.
A un certo punto sentiamo una certa eccitazione nell’aria, svoltiamo l’angolo e troviamo una ventina di persone immobili lungo la sponda del fiume. Con il cuore in gola seguiamo i cannoni delle macchine fotografiche e, a quattrocento metri da noi, vediamo un meraviglioso orso che esplora indolente la spiaggia!
Siamo rimasti in osservazione per almeno quaranta minuti, scattando, filmando e abbracciandoci forte per l’emozione. L’orsa, così ci ha raccontato il ranger, era arrivata fino al fiume dalla spiaggia per controllare se i salmoni stavano arrivando. Non trovando nulla da mangiare, sotto i nostri occhi si è fatta una passeggiata, una nuotatina, ha brucato un po’ d’erba e giocato con gli anatroccoli, dopo di che si è allontanata da dove era venuta. A questo punto i due ranger si sono dati il segnale per riaprire il ponte che collega le due sponde e siamo corsi dietro all’orsa, mantenendo sempre la giusta distanza e con un ranger che monitorava la situazione.
E’ stata un’esperienza indimenticabile e anche se, alla fine, di orso ne abbiamo visto solo uno invece delle decine immaginate, siamo rimasti più che soddisfatti, innamorati di questo nobile plantigrade.