Milk

Venerdi sera su Rai Cinema ho visto per la prima volta Milk di Gus Van Sant. Il film è uscito in America nel 2008, in Italia nel 2009.

Non sono un’esperta di cinema e solitamente mi limito alla visione di film leggeri, poco impegnati. Non è per snobismo o ignoranza, c’è stato un periodo in cui non mi perdevo un film, si tratta soprattutto di difesa personale. Mentre la lettura ha bisogno di un tempo dilatato per essere fruita, permettendo alle idee e alle emozioni di sedimentare, un film dura al massimo un paio d’ore e ti catapulta in situazioni e ambienti che spesso sono sconosciuti. La mia sensibilità, decisamente patologica, mi porta a soffrire con i protagonisti non solo per il tempo del film ma anche per i giorni a seguire. Spesso dopo essere stata al cinema non riesco a prendere sonno e un turbine di pensieri agita le notti e i giorni successivi. Un po’ alla volta ho smesso di vedere i film di denuncia, quelli tratti da storie vere, quelli drammatici e quelli violenti, per la disperazione di Mr Fog che è costretto a sorbirsi commedie americane, anime (film di animazione giaponesi) e film per ragazzi.

Ogni tanto riesco a fare un’eccezione, magari perchè mi sento particolarmente forte o tranquilla, e così l’altra sera ho visto tutto il film, non senza aver letto prima la trama su wikipedia per evitarmi colpi di scena particolarmente dolorosi…

Non vi darò un giudizio critico sul film, ne trovate quanti ne volete sui siti specializzati, ma per quel che conta a me è piaciuto. Il tema è interessante, si parla  della carriera politica di Harvey Milk, un attivista  omosessuale nella San Francisco degli anni ’70. Ammetto la mia completa ignoranza, ma non sapevo quali fossero le terribili condizioni di ostracismo e violenza a cui era costretta la comunità LGBT americana e la difficile battaglia per difendere i propri diritti costituzionali. Il film rende perfettamente la situazione dell’epoca: la paura della polizia, i giudizi della gente, la forza dell’associazionismo che dava speranza a tanti ragazzi e ragazze che si sentivano sbagliati, diversi, condannati all’infelicità.

Ho sempre provato avversione per il bigottismo e simpatia per le minoranze. Fin da piccola. Spenta la televisione mi sono interrogata a lungo sul perchè l’omosessualità sia così osteggiata e perseguitata e da lì sul perchè siamo sempre ostili verso chi è diverso da noi. Non si tratta solo di preferenze sessuali, razza, paese, ma anche di cultura, fede politica, religiosa o calcistica. Ogni pretesto è buono per erigere barricate, definire buoni e cattivi e agire in nome di chissà che ideali, calpestando i più elementari diritti umani. Come se nell’uomo ci fosse una riserva inesauribile di odio e violenza. E poi mi chiedono perchè non riesco a prendere sonno…