Riflessioni di fine estate

Sasso Lungo di Cibiana di Cadore

Si dice che l’estate sia il tempo ideale per fermarsi, anche solo per il clima ostile alla vita. Invece no. I mesi estivi si sono avvicendati sul calendario con passi inesorabili e più di una volta mi sono chiesta dove sono finite le lunghe estati di ragazza, dove la noia si mangiava le ore e le pagine dei libri frullavano nell’aria come uccelli impazziti.

La vittima più illustre di questi mesi è senz’altro la scrittura. Assediata, sfatta, svuotata, ha prodotto solo qualche bozza di post e un racconto dimenticabile. La lettura ha resistito, è una combattente di lungo corso lei, e si è accontentata di qualche abbuffata e di pallidi digiuni, certa di non perdere spazio, anche solo per i simulacri fisici che torreggiano dalla libreria.

Estate significa scuole chiuse, nonna in vacanza, scadenze lavorative. La mamma lavoratrice che occupa tanta parte della mia giornata si è trovata travolta. Poi le vacanze, finalmente. Penso che se avessi percorso a piedi il cammino di Santiago da sola, mi sarei stancata meno e sarei arrivata meno provata al capodanno settembrino.

La bimba cresce, ha avuto la sua festa di compleanno, la prima con gli amici, e gli occhi le luccicavano. Ecco, questa estate ho visto tantissime stelle, i pianeti, la via lattea, satelliti e meteore, da un angolo remoto del parco del Triglav, ma nulla ha eguagliato lo splendore di felicità che guizza negli occhi di una bimba. E quando in parte sei tu a dare vita a quello scintillio, ecco, puoi anche rinunciare a un po’ di te stessa, perché non c’è amore più puro. Per il resto c’è tempo.

Giorni di estate

estate

Questa è un’estate diversa dal solito.

C’è un grande progetto in cantiere e assorbe quasi tutto il mio tempo e la mia attenzione.

Letture ne sto facendo molte eppure non ne ho ancora scritto sul blog, per quanto ognuna sia a suo modo interessante. Magari riuscirò a scriverne nei prossimi giorni, magari no, visto che stare seduta al computer mi diventa sempre più difficile.

Mi rendo conto che da un lato vorrei dare un taglio più personale a questo luogo virtuale, dall’altro ho sempre pudore a raccontare frammenti della mia vita che possono essere raccolti distrattamente dal primo che passa.

Non sono una blogger che cerca i numeri o i fan. Mi piace sapere di avere qualche lettore affezionato, poter esprimere i miei pensieri su libri più o meno recenti senza seguire mode o regole. Ogni tanto parlare di viaggi o piccole riflessioni personali. 

Tra qualche settimana non avrò più tempo per leggere. Mi chiedo cosa fare di questo spazio, cosa ne sarà. Non voglio che appassisca lentamente ma non ho nemmeno intenzione di chiuderlo. Mi mancherebbe troppo.

Starò a vedere quello che succede, come sempre, e poi prenderò le mie mosse.

Grazie a chi continua a leggermi, è bello sapere che ci siete.