
La settimana scorsa ho finito il mio primo ebook: “1Q84” di Haruki Murakami, traduzione di Giorgio Amitrano, edizioni Einaudi, uscito l’8/11/2011, prezzo 9,99 €, formato epub, pagg 750, acquistato sul sito della Feltrinelli.
Di Murakami avevo già letto “Norwegian Wood” e “After dark” ed ero molto incuriosita da questa sua ultima pubblicazione. Non sapevo però che l’opera é formata da tre volumi e che il terzo dovrebbe uscire in edizione separata qui ottobre. Non vedo l’ora di poterlo leggere: devo sapere come si evolveranno le due storie intrecciate che costituiscono l’anima del racconto e nell’attesa faccio fatica a iniziare un nuovo libro, nonostante abbia un paio di titoli interessanti da parte.
La struttura del romanzo è articolata in brevi capitoli in cui si alternano le vicende dei due protagonisti principali: Aomame, una giovane istruttrice di arti marziali e stretching, e Tengo, un professore di matematica in una delle tante scuole preparatorie all’università.
In 1Q84 nulla è come sembra: c’è sempre uno scarto dalla realtà. Murakami è bravissimo a introdurci nel suo mondo lentamente, rendendo accettabili le idee narrative più strampalate.
Il libro è lungo -infatti sono due- ma scorre riga dopo riga, in un crescendo di tensione che magistralmente raggiunge il picco alla fine di ciascun capitolo.
I personaggi ci vengono svelati pagina dopo pagina: tramite flashback ricostruiamo il puzzle del loro passato, fondamentale per capire le loro azioni e comprendere le ragioni profonde dietro le loro decisioni.
Sullo sfondo Tokio e la periferia giapponese, colonna sonora jazz e opere classiche semisconosciute, sul comodino libri di autori russi e racconti epici giapponesi, sovrastante come una cappa di smog il continuo richiamo a “1984” di Orwell.
Lo stile di Murakami è asciutto, preciso, ricco di dettagli mai inutili. Non c’è spazio per la vaghezza o il pressapochismo, ogni elemento è ben definito, che sia la descrizione dell’ abbigliamento di un personaggio o della serra di farfalle di un’anziana dal carattere d’acciaio.
Non ci sono personaggi di sfondo, ognuno ha la sua storia, le sue manie, una caratterizzazione fisica e caratteriale accurata.
Un libro da leggere.
Vi aspetto alla fine del terzo libro.
“Nel taxi la radio trasmetteva un programma di musica classica in FM. Il brano era la Sinfonietta di Janacek. Non esattamente la musica più adatta da sentire in un taxi bloccato nel traffico. E del resto nemmeno l’autista sembrava ascoltarla con troppa attenzione. L’uomo, di mezza età, era impegnato a guardare in silenzio la fila interminabile di auto che aveva davanti, come un pescatore provetto che, ritto a prua, scruta un minaccioso gorgo di correnti.”
“… il pregio maggiore è che la Crisalide d’aria non tenta di copiare nessuno… Lo stile, certamente, è grezzo, e anche la scelta delle parole è infantile. … Volendo, si potrebbero elencare molti altri difetti. Ma se non altro in questa storia c’è qualcosa capace di coinvolgere il lettore. Sebbene la trama sia nell’insieme fantastica, le descrizioni dei dettagli sono estremamente realistiche. L’equilibrio fra questi due aspetti è eccellente.”
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