Letture da spiaggia. Una riflessione.

Costumi, asciugamani, crema solare, dopo sole, anti zanzare e tanti, tanti libri. Per una sola settimana (di ormai molti giorni fa) ho riempito la borsa di romanzi, perché mi piace scegliere e perché niente fa più vacanza che una pila colorata sul comodino. Ne ho letti tre, tutti sotto le duecento pagine e tutti di editori indipendenti: due di Voland e uno di Terrarossa edizioni, entrambe case editrici a cui sono molto affezionata.

Perché funziona anche così: una volta mi appassionavo solo agli autori, adesso apprezzo molto le singole case editrici, soprattutto quelle piccole e medie, in cui dopo un po’ inizi a sentirti a tuo agio tra linee editoriali, autori di punta, editor/editori/tuttofare. È come andare nel negozio di fiducia e sapere che troverai il prodotto giusto per te, quello che non sapevi nemmeno di cercare. E poi, il gusto dell’avventura, della scoperta, il piacere di un libro scelto con infinita cura e amore, la lotta per la sopravvivenza che emerge a tratti, in questo mondo ferocemente romantico fatto di editori, librerie e lettori indipendenti.

In un periodo in cui la lettura ha perso la sua valenza di rifugio per molti lettori forti e, allo stesso tempo, è diventata terreno di scoperta per chi non aveva avuto modo di frequentarla diffusamente, mi sono resa conto dell’incredibile valore creato da questo mondo di appassionati, dei legami che si intrecciano e collegano persona a persona, libro a libro, in un circolo virtuoso all’insegna dell’amore per la letteratura, dove vengono meno le distanze e ci si scopre tutti persone, ognuna con la sua cultura e la sua sensibilità.

Negli ultimi mesi, nei periodi più difficili, il mondo dei libri è stata la mia boccata quotidiana di ossigeno, la spinta a migliorare, il luogo di conforto, l’humus da cui sono nate idee, progetti, sentimenti felici. A volte mi sembra di avere un entusiasmo ingenuo, passibile di superficialità. Non è così. Perché è una sorgente inesauribile, che sa rinnovarsi, e se la linea di falda si abbassa e sembra che ci sia solo siccità, basta scavare più a fondo o aspettare la pioggia.

Anche questa volta volevo parlare di mare, di consigli di lettura, fare la blogger seria che crea contenuti condivisibili e invece ho tutto questo amore che trabocca e non mi interessa arginarlo, dargli una forma convenzionale, voglio che tracimi e allaghi di parole e resti qui, tra gli articoli di questo blog vecchio stile, un dinosauro lento e stanco, che non ha ancora intenzione di estinguersi ma sa aspettare il tempo che deve arrivare.

Per chi è curioso, i libri letti a giugno, grazie alla complicità del mare e della piscina che hanno tenuta follemente impegnata la piccola di casa, sono stati:

  • Il testamento dell’Uro di Stephanie Hochet, Voland edizioni.

Un romanzo disturbante, in cui l’inquietudine e la manipolazione si insinuano tra le ombre dei paesaggi estivi e rigogliosi del sud della Francia, dove una scrittrice si interroga sulla sua produzione artistica, sul significato della scrittura e sul potere che le danno gli uomini, arrivando a uccidere per essa.

  • Guasti di Giorgia Tribuiani, Voland edizioni.

Anche in questo romanzo tornano le atmosfere inquiete, seducenti e cerebrali, tipiche di gran parte delle uscite della casa editrice romana, che ho imparato ad amare grazie al lavoro di pubblicazione di tutti i romanzi di Amelie Nothomb, uno dei miei miti letterari. Nel romanzo di Tribuiani si intrecciano la riflessione sull’arte e sull’amore e il rapporto che entrambe instaurano con l’io della protagonista, la compagna di una famoso fotografo che ha scelto di destinare il suo corpo all’arte e si ritrova plastinato in una sala, alla mercé degli sguardi e dei giudizi di visitatori e collezionisti, un tradimento amoroso che sconvolge la vita della donna.

  • Mezza luce mezzo buio, quasi adulti di Carlo Bertocchi, Terrarossa edizioni.

Strano caso quello di Terrarossa, in cui mi sono innamorata prima dell’editore – il fantasmagorico Giovanni Turi, seguito per anni grazie al suo blog, Vita da editor – e poi dei romanzi. La scintilla sono state le opere di Cristò, autore dalla voce unica, e poi, via via, si stanno aggiungendo gli altri, in un lavoro di scoperta delle gemme selezionate dal buon Turi. Il libro di Bertocchi è un puro libro da estate, con i suoi ragazzi che vivono un’avventura epica nella campagna romagnola, pretesto per celebrare i grandi miti di passaggio: l’amicizia, l’amore e quella terra di mezzo che prima o poi abbiamo tutti attraversato, prima di diventare quasi adulti.