Vietato leggere all’inferno di Roberto Gerilli. Un thriller distopico per amanti dei libri: ma fate attenzione, ora leggere è vietato.

Il mvietato-leggere-all-inferno-copertinaondo di Gerilli è uguale al nostro. Con una piccola differenza: leggere è un reato.

Da questo scarto iniziale dalla realtà prende il via un romanzo appassionante, all’apparenza semplice ed accattivante, in realtà con una struttura rigorosa e uno stile perfettamente calibrato che tengono avvinti fino all’ultima maledetta pagina.

Siamo in Italia, giorni nostri, ma dal 2000 leggere è diventato un reato pari al fare uso di droghe.  I libromani cercano angoli nascosti dove farsi di paragrafi recuperati al mercato nero, sono ai margini della società, costretti a terapie di riabilitazione a base di preghiere (di quale religione non è importante) e visione forzata di programmi trash televisivi. I normali li disprezzano e per sopravvivere alcuni di loro, come Amleto, imparano l’arte del mimetizzarsi: evitano parole desuete, accettano lavori umili, si costringono a tenersi informati su gossip e mode e in genere tengono un profilo basso. Un inferno.

Parte così il nuovo romanzo edito da Speechless, dopo un lungo silenzio in cui avevamo sentito la mancanza delle loro piccole perle editoriali come La bambina senza cuore e Col nostro sangue hanno dipinto il cielo, tanto per citarne un paio di cui avevo già parlato qui nel blog. E anche questa volta abbiamo tra le mani un prodotto di altissima qualità e pure gratuito nella sua versione digitale. E’ una strategia di marketing molto interessante e spiegata in questo articolo da Alessandra Zengo, editor di Vietato leggere all’inferno e capo redazione di Speechless e Diario di Pensieri Persi.

Perché questa contestualizzazione? Perché uno dei livelli letterari del romanzo è incentrato sull’editoria: sul suo ruolo, etica e gestione. Gerilli si immagina una realtà distopica dove esistono solo i Grandi Editori che controllano il mercato illegale della lettura e propinano ai loro clienti prodotti di scarsissima qualità. Quello che conta è farsi, sballarsi leggendo qualsiasi cosa possa dare un minimo di sollievo alla propria deprecabile dipendenza. Il Bibliotecario e il Nordico sono i nomi più temuti del panorama editoriale, personaggi potenti a capo di organizzazioni violente e senza scrupoli che non esitano a spazzare via la concorrenza a colpi di mitra.

Come in tutti i romanzi distopici la fantasia ha solidi riferimenti nella realtà e Gerilli, con continui colpi di scena, ci conduce lentamente verso la sua idea di editoria ideale, un mondo che pensa sì al profitto ma che è interessato ancora di più a lasciare un’impronta, a riportare il lettore al centro della scena offrendogli scelta e qualità, senza giudicarlo o prenderlo in giro. Rispetto del lettore e della letteratura, non intesa come qualcosa di elitario, ma come straordinario mezzo di comunione tra i lettori di tutto il mondo.

E come ci racconta tutto questo il buon Gerilli? Con un linguaggio moderno, un ritmo incalzante e un immaginario che strizza l’occhio al mondo nerd (serie tv, fumetti, film, musica) e alla letteratura inglese, in un continuo mescolarsi di alto e basso, il tutto condito da un’ironia che tende fortemente al sarcasmo.

Mi sono divertita tantissimo a leggere questo thriller: ci sono azione e comicità, riflessioni serie e boutade irriverenti, i grandi sentimenti come la passione, la vendetta e l’amicizia.

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Incipit del romanzo

I personaggi sono il punto forte della narrazione: Amleto, un piccolo spacciatore di Ancona, tenero e sprovveduto, la classica persona normale coinvolta in giochi più grandi di quelli che riesce a intuire; Eleonora, bellissima, ricchissima e determinata a rivoluzionare l’editoria mondiale con il romanzo dei romanzi; Caterina, amica di Amleto, camgirl e serial killer, leale e senza scrupoli.

Intorno a loro ruota una pala eolica di situazioni e personaggi che hanno la caratteristica di non essere mai quello che sembrano. Un continuo spiazzamento nella narrazione che ritroviamo anche nel linguaggio.

Il romanzo è narrato in prima persona da Amleto (vedi l’incipit riportato) usando il tempo presente e dosando sapientemente stacchi temporali e flashback. E’ un aspetto che mi ha colpito perché spesso romanzi distopici e young adult sono narrati in prima persona ma alla lunga rendono pesante la lettura. Non c’è bisogno di dire che non è questo il caso.

Vi ho incuriosito abbastanza?

Se volete saperne di più questo è il sito del romanzo: http://www.vietatoleggere.it/ dove trovate anche tutti i riferimenti per scaricare gratuitamente l’ebook.

Fidatevi di me e buona lettura!

5 thoughts on “Vietato leggere all’inferno di Roberto Gerilli. Un thriller distopico per amanti dei libri: ma fate attenzione, ora leggere è vietato.

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