Denali National Park

entrata del Parco

entrata del Parco

Sono ormai settimane che non procedo con il racconto del viaggio in Alaska, bloccata all’idea di parlare di questo famigerato Parco del Denali. Probabilmente è la giusta punizione perchè, ancora al momento dell’ideazione dell’itinerario, non volevo andarci. Avevo letto un po’ di articoli su blog e forum e nessun racconto mi aveva entusiasmato: è un parco sterminato, non puoi entrare con il tuo veicolo ma solamente a piedi o con i vecchi pullman autorizzati, non ci sono sentieri vicino all’ingresso e all’interno non ci sono strutture ricettive, nè tanto meno posti dove dormire, ad esclusione di qualche campeggio. Inoltre arrivarci richiede una lunga deviazione: mezza giornata di viaggio -pernottamento in loco – visita – pernottamento in loco – mezza giornata di viaggio. Sia da Anchorage che da Fairbanks.

I racconti delle visite fatte con tour guidati sono poi tra i più contrastanti che possiate trovare: gente entusiasta, gente distrutta fisicamente; persone che sono riuscite a vedere tutti i tipi possibili di animali allo stato brado e chi ha visto solo scoiattoli; nebbie e piogge che celano il paesaggio per ore, splendide giornate di sole in cui il Mt. Mc Kinley si staglia in tutta la sua maestosità. In poche parole tutto va a fortuna e se avete un solo giorno a disposizione ve ne serve proprio tanta.

Su insistenza di Mr Fog e dell’agente N., la nostra organizzatrice, mi sono lasciata convincere a sfidare la sorte e così, il 21 giugno, ci siamo alzati alle 4.45, abbiamo fatto colazione nella deliziosa mensa del Denali Cabin River dove alloggiavamo, e abbiamo raggiunto il punto di ritrovo del nostro tour. Partenza prevista ore 6.00. Perchè gli animali sono mattinieri… purtroppo!

il nostro pullman

il nostro pullman e il mitico autista

La compagnia era piuttosto eterogenea: la famigliola padre madre e due figli, tutti grassissimi; i nonnetti sprint con il nipote adolescente brufoloso che ha guardato lo schermo del cellulare per tutta la giornata; i fotografi d’assalto con mega cannoni per cogliere anche la pulce più lontana; molti vecchiotti in vacanza e noi due, sposini in evidente luna di miele.

Due righe in più le merita il nostro autista che per nove ore, ripeto NOVE ore, ha guidato, spiegato, commentato e fatto battute. Encomiabile. Se avessi capito qualcosa. Il mio livello di inglese non è malvagio, se mi concentro riesco a seguire il discorso anche se si parla di argomenti tecnici, ma il simpatico personaggio in questione aveva un terribile accento di Chicago, non faceva pause tra una frase e l’altra e parlava in un vecchio microfono che distorceva la voce. Terribile. Anche Mr Fog, che è molto più preparato di me, a un certo punto si è arreso e così la voce tonante dell’autista ha fatto da sottofondo rumoroso a questo lungo viaggio. Durato nove ore. L’avevo già scritto?

Dovete sapere che il parco del Denali è attraversato da un’unica strada, Park road, e che possono percorrerla solo pochi pullman autorizzati. Come in molti altri parchi, la politica comune è non interferire con la fauna locale che ha sempre la precedenza: se un caribù decide di zompettare per la strada invece che sull’enorme distesa di prati a disposizione, i pullman devono fermarsi e attendere pazientemente, anche per ore. Per fortuna non è stato il nostro caso, anche se gli incontri non sono mancati. Tra avvistamenti di animali e paesaggi mozzafiato il viaggio è quasi volato e ho scattato talmente tante foto da riempire subito una delle memory card della macchina fotografica.

alce

alce con il suo cucciolo

Poco dopo la partenza, quasi all’ingresso del parco, abbiamo incontrato un’alce femmina con il suo cucciolo che brucavano la vegetazione a bordo strada. Per non disturbarli non siamo potuti scendere dal pullman e le foto sono state fatte dall’interno. Era la prima volta che vedevo un’alce: è enorme! Sembra un cavallo che sia stato allungato verso l’alto, è davvero imponente e anche pericolosa: essendo una preda è molto paurosa e tende a scalciare quando si sente in pericolo… dicono sia più temibile dell’orso, che come sappiamo è un gran tranquillone: tanto a lui chi lo mangia?

denali vista

panorama

Durante il viaggio si sono aperti davanti ai nostri occhi dei panorami stupendi: montagne imponenti tagliate dal ghiaccio, prati umidi, fiumi immensi. La tundra. Ettari ed ettari di natura selvaggia, incontaminata, dove il pensiero si perde di fronte a nuove dimensioni e nuove distanze. La tentazione fortissima di scendere e iniziare a camminare, verso l’orizzonte, ancora più in là…

caribù

il tipico caribù che occupa la carreggiata

In una gita organizzata c’è poco spazio però per i momenti meditativi e presto il nuovo obiettivo è diventato individuare gli animali prima degli altri. Binocoli puntati, nervi tesi e tutti a fissare fuori dal finestrino, in cerca del più minimo movimento. Non vi dico le urla ad ogni avvistamento! Una festa.

denali vista sole

il sole ci regala una vista da togliere il fiato

Ogni due ore, circa, era prevista una sosta: per sgranchire le gambe e svuotare la vescica. Dato il gran numero di anziani presenti ho capito perchè erano così ben organizzati! Tra l’altro le aree di sosta erano veramente dei piccoli capolavori ingegneristici: belle, funzionali, autonome e perfettamente tenute. Un sogno. Animo da ingegnere, che volete farci? Apprezzo pure i cessi, se fatti bene.

orso dorme neve

un grizzly ronfa tranquillo sulla neve

Verso la fine del percorso, poco prima di svoltare per tornare indietro, l’avvistamento più gradito: un grosso orso addormentato sulla neve. Non è un orso bianco, ma un grizzly dalla pelliccia chiara. Siamo stati almeno dieci minuti a fissarlo, silenziosi ed emozionati di fronte a questo splendido esemplare.

mc kinley

Mt Mc Kinley (la punta bianca!)

Dopo l’orso un’altra gradita sorpresa: il monte Mc Kinley decide di farsi intravvedere. Il suo soprannome è Denali, “la Grande”, e con i suoi 6194 mt di altitudine domina tutto il parco, quando decide di uscire dalle nubi che quasi sempre lo avvolgono.

alce lago

alce al bagno

Ora che ho iniziato a scrivere potrei non fermarmi più, ma quello che mi preme dirvi è che a volte sono i luoghi più scontati, quelli che saresti tentato di evitare, quelli che ti scombinano il viaggio e ti fanno fare centinaia di miglia per raggiungerli che riescono a stupirti una volta di più. Come hanno fatto altre migliaia di volte per altrettanti visitatori prima di te. I luoghi famosi spesso lo sono per un buon motivo e se serve fortuna per visitarli forse ci arriderà, ma se non tentiamo non potremo mai saperlo. E anche questo fa parte dell’avventura.

3 thoughts on “Denali National Park

  1. Pingback: Anchorage e il Tony Knowles Coastal Trial | diari alaskani

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